

È passato più o meno un mese da quando io e Simona ci siamo trasferite e Londra per la nostra esperienza all’estero. Amiche da sempre, non ci siamo mai fatte sfuggire l’occasione di trascorrere qualche periodo lontane da casa per imparare le lingue e fare esperienze nuove e stimolanti ogni giorno.
Due giovani ragazze disinibite, poco più che ventenni, desiderose di vivere a pieno una delle città più belle al mondo. Al mattino abbiamo lezione mentre il pomeriggio possiamo trascorrerlo facendo quello che vogliamo: escursioni, shopping, aperitivi…
La convivenza con Simona nella stessa camera da letto, ha rafforzato ancora di più la nostra amicizia, che era già solida perché ci siamo sempre aperte e confidate l’una con l’altra. Parliamo di quanto ci piace essere esibizioniste in una città in cui nessuno sa chi siamo, delle nostre esperienze con più uomini, delle nostre eccitanti avventure sessuali e dei racconti innocenti da fare ai nostri genitori al telefono per farli stare tranquilli. Insomma: due amiche che si godono la vacanza prima di riprendere la solita routine quotidiana.
Un lunedì, ricordo che stavamo andando al parco pubblico per ammirare il culetto di qualche uomo mentre faceva jogging e scommettere tra di noi, come al nostro solito, di riuscire ad avere il numero del più bello a costo di fargli vedere le tette oppure offrirgli un drink gratis, pur di vincere la scommessa e tornare dall’altra con il bigliettino in mano.
Ci recammo verso Reget’s Park, ma proprio mentre stavamo per entrare qualcos altro aiutò la nostra attenzione.
“Francy, cosa succede la?” mi chiese Simona indicandomi un gruppo di persone che sembravano stessere ballando. “Non so dirti, magari c’è qualche festa in corso. Vuoi andare?” e non fece in tempo a finire la frase che ci stavamo già incamminando in quella direzione.
Una volta che riuscimmo a farci largo tra la folla ci trovammo davanti al’ingresso di un sexy shop che stava inaugurando proprio quel giorno. Tra le persone assiepate c’erano adulti, ragazzi, single, giovani coppie e non solo, persone di qualsiasi età ed estrazione sociale, razza e religione. Tutti attratti da questo evento ed ingolositi dalle vetrine del negozio.
Scambiai un’occhiata con la mia amica. “Perché no?” ed entrammo. Appena entrate eravamo un po’ imbarazzate ma, non ci volle molto all’eccitazione per prendere il sopravvento su di essa. Gli scaffali erano pieni di “giocattolini” e in un attimo abbiamo realizzato che avremmo potuto acquistare sex toys di ogni tipo : abbigliamento intimo succinto sia maschile che femminile, bambolo gonfiabili, dvd, preservativi ed altri articoli di vario genere.
Un oggetto, però, colpì subito la nostra attenzione. Era pubblicizzato come l’ultimissimo modello di vibratore in commercio. Era rosa, di medie dimensioni e dotato di 4 velocità. Ci ridemmo nel prenderlo in mano ma, allo stesso tempo, entrambe ci rendemmo conto di quanto fosse eccitante la sensazione che faceva provare stringendolo nel palmo…figuriamoci tra le gambe.
Da li ad uscire con uno di questi, a testa, nelle nostre borse il passo fu breve. La nostra destinazione era il parco, li avremo potuto rilassarci all’ombra di qualche albero e masturbarci con il nuovo acquisto.
È vero, Simona è sempre stata più vogliosa ed audace di me in fatto di sesso ma, quando la vidi estrarre dalla confezione il vibratore, feci a malapena in tempo a fare lo stesso che mi ritrovai già con la figa completamente bagnata ed una voglia di godere assurda.
Ci sedemmo ai piedi di un albero. Avevamo entrambe la gonna quindi fu facile scostare le mutandine e far spazio a questa magnifico arnese. Per un attimo ebbi il timore di fare la figura della troia a fare queste cose in pubblico ma, l’incertezza durò pochissimo, infondo il parco era vuoto.
Ricordo che ero talmente calda ed eccitata che dovetti fare solo una lieve pressione per farlo entrare dentro, tutto dentro. Lo accesi a velocità due ed iniziai a muoverlo lentamente, fuori e dentro la figa, ormai sgocciolante. Dio, quanto godevo.
Sentivo nel frattempo le urla di piacere di Simona che, già vicina all’orgasmo, con una mano teneva il vibratore e con l’altra si sollecitava il clitoride. Che sensazione… Io imperterrita mi facevo scopare dal mio nuovo gioco e ad allo stesso tempo accarezzato i miei capezzoli turgidi da sotto la maglietta. Non potevamo resistere a lungo… l’eccitazione era troppa.
Ricordo che viziosa, come una zoccola, decisi di aumentare la velocità e “Siii…oddio, vengo!”
Finii per ritrovarmi con la gonna completamente zuppa di sborra mentre Simona, forse più esperta e preparata, riuscii a non sporcarsi i vestiti mentre, a voce alta gridava “Ecco cazzo!! Vengo anche io!”.